
Ho un amico di nome Luca. Tutti dovrebbero averne uno. A meno che non ti chiami Luca, in quel caso dovrrsti essere amico di qualcuno. Uno qualsiasi va bene.
Il mio amico Luca lho conosciuto quando andava alle elementari ed era fighissimo. Aveva le scarpe da tennis e andava sempre in giro per il quartiere, giocava a basket e se la spassava col fratellone facendo cose, vedendo gente. Le feste che si ballava il tempo delle mele e il rocckenroll le faceva lui. Insomma era un tipo sul pezzo. Motorino, enduro, maximoto, sempre in giro a scoprire posti e spassarsela con gli amici.
Insomma, una volta ogni due anni ci si vede ed é sempre come se fossimo alle elementari. Ma ora é vecchio e ha un lavoro serio. Penso. Non ho ancora capito che lavoro fa.
Vabeh, mi chiama e mi fa: andiamo in Sardegna un wikenz lungo!
Erano mille anni che aspettavo questa telefonata, gli ho detto: andiamo.
Da uomo di mondo che é, avrá giá girato la Sardegna per lungo e per largo millemila volte tipo. Posso stare tranquillo.

E cosí mi preparo. Una borsa. L’essenziale stretto.


E come si fa prima di ogni grande viaggio ti spari i controlli di rutine per assicurarti che la moto sia in ordine. Ma poi, checcazz, é nuova. Si fa il pieno e via.

L’appuntamento ce lo diamo a genova in friggitoria prima di imbarcarci. Siamo comunque dei romanticoni.

Traghetto di lusso con cabina che fare la doccia é bellissimo e poi la mattina dopo la gente che mi guarda la moto e fa domande ma io non li cago molto.







E bon, primo giorno in Sardegna col clima ideale, fresco soleggiato venticelloso. Luca va, io seguo. In pratica si fa una traversata da nord ovest a mezzo sud est. Solo montagne. Quando ti lamenti che in Sardegna non si mangia pesce ora sai perché.


Ad un certo momento passiamo da Pattada. Hai giá capito tutto. Shopping duro. Durissimo. Anzi, mi é pure andata di culo.

Hai letto la caption, ora guardi la gallery.









Allora, da Giagu funziona cosí: 5 giorni per fare un coltello, vendita su prenotazione, produzione personalizzata, lista di attesa 12 mesi.
Hai letto bene. Ma come ho detto, ho avuto culo. L’unico coltello esposto e non prenotato da altri clienti era proprio quello che mi piaceva.





Raga, che emozzzione. Andateli a trovare.

E poi e poi e poi era ora di pranzo e siamo andati nell’unico ristorante aperto del paese.

Al ristorante, apparecchiato per cento coperti, meno male che avevo prenotato! eravamo in sei. Luca, io, un biker toscano, un biker romano e una coppia di locals.
Il biker Romano, Max, ce lo siamo portati appresso. Un misto tra guida e mascotte. Il bello del motociclismo come attivitá socioculturale.

E poi via verso la costa est, destinazione santa maria cosa qualcosa… non ricordo. Comunque bel posto. Tappa finale dopo l’attraversamento della mitica SS125 di cui non abbiamo documentazione alcuna perché, passato il rifugio delle land rover, ci siamo infilati l’antipioggia e siamo entrati dentro novembre. Nebbia, pioggia, cinghiali, pecore, capre, asini, ziofiga. É bello poterlo raccontare qui.
Arrivati a santacosa maria, si é rasserenato tutto come se niemte fosse. Ma anche vaccahheeer.







Lo sapevate che Alghero fu conquistata dagli spagniuoli che deportarono tutti i sardi in catalunya per schiavizzarli? Giuro! Comunque ora é tutto OK.
Alora bon, si parte sempre con sole e arietta. Prima tappa della giornata: pipi. Non so dove eravamo ma avevano un bel parcheggio con benzinaro.

Dopo la pipi, parliamo con due tipe che anziche mandarci affaculo ci mandano affambagno in un posto troopo simpa. Tipo fiume con rocce, cascate, piscine, acqua smeraldica.
E noi, impavidi, ci andiamo.






Le piscine di Bau Mela. Impossibile scordarsi questo mome. Ma se ti impegni come me ce la puoi fare.


Si riparte che abbiamo un discreto appetito e ci fermiamo boh lo sai tu dove? Tipo da un bar su una strada di campamontagna con gnente attorno. Bellisimo. Piatto del giorno?

Arriviamo quindi sulla costa ovest dopo una scorpacciata di strade bellissime come asfaltate di fresco. La leggenda delle strade sarde é vera.
É vero anche che la strada piú merdosa é la costiera SP49.
Una specie di giano bifronte, panorama incantevole a picco sul mare da un lato, buche e croste sotto le ruote dall’altro. Una strada da percorrere a fine giornata, piano. Senza guardsre il panorama.
Partiamo da Bosa Marina dopo un pit stop fotografico.









E bon, a metá strada sulla SP49 incontriamo il Max. Momento di giubilio! Finalmente il Luca si ferma e posso fare pipi.






Finalmente arriviamo ad Alghero, prima che i tipi del Sardegna Rally la invadano e la possedano con veemenza. Giusto il tempo di un aperitivo col Max, troooopo simpa.

Per il dormire invece ho fatto uno scherzo al Luca. Ho prenotato una cuccetta su una barca per farlo dormire male mentre tutti gli altri fiki fiki squeaky squeaky. Ihihihi.






Provare per credere. Dite a Daniele che vi manda Bubi.

E poi bon cena e Alghero by naight.






Ultimo giorno, liberi tutti, cazzeggio totale, destinazione Olbia e il suo traghetto.





Passiamo poi a vedere la spiaggia piu famosa della Sardegna del mondo che non so quale sia ma era gia tutta prenotata. I vigili troppo simpa. We love you.



Ah che bello traghettare! Arrivare in orario, mangiare e dormire, fare foto artistiche.











E poi gneenteh, arriviamo a Genova, ci perdiamo, comincia a piovere, arriva la nebbia mentre si scollina in mezzo a un bosco. Insomma un casino.
E poi bang! Torna il sole, strada bellissima(SP160 Voltaggio Carosio Gavi) sino a boh arquata scrivia dove finalmente abbiamo trovato il primo bar per fare colazione alle 11.
E qui, il Luca ed Io ci congediamo.

Raga éstatobellissimononvedoloradirifarlo. Fidati.
